mercoledì 19 agosto 2009

NO ALLA TESSERA SEL TIFOSO

Cinque parole: «no alla Tessera del tifoso». È la nuova battaglia che gli ultrà italiani si apprestano a combattere alla ripresa del campionato di calcio; una battaglia dichiaratamente contro il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che ha fortemente voluto la Tessera, convinto che sia il modo migliore per arginare la violenza negli stadi.A sentire gli investigatori e gli analisti che da tempo seguono il mondo che gravita attorno alle curve degli stadi, sarà questo uno dei principali «terreni di scontro» per la stagione che si aprirà il 22 agosto. Il perché è presto detto: lo strumento ideato dal Viminale punta a fidelizzare i tifosi con i club, responsabilizzando gli uni e gli altri. Ma soprattutto prevede che le società calcistiche non possano vendere biglietti a chiunque sia stato condannato, anche in via non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazione sportive.Un provvedimento che colpisce direttamente una larga fetta di ultrà. Di qui la risposta dura, per il momento solo a parole, delle tifoserie organizzate. «La tessera del tifoso è un reale e incombente pericolo - hanno sottolineato nel corso di una riunione a Latina i rappresentanti di una settantina di gruppi ultrà - tra cui quelli di Roma, Lazio, Juventus, Udinese, Milan, Fiorentina, Siena, Reggina, Udinese, Bari - e per questo è necessario batterci per i nostri diritti, per la nostra libertà e per la nostra passione».Come prima mossa i tifosi hanno organizzato una manifestazione a Roma il 5 settembre (il campionato si ferma per la partita della Nazionale) nei pressi dello stadio Olimpico: nella capitale arriveranno da diverse città italiane con l'obiettivo di trovare una linea comune su cui muoversi nel prosieguo del campionato. E si sta studiando l'ipotesi di uno sciopero delle curve. «Dobbiamo restare tutti univocamente fuori dallo stadio - è stato detto a Latina - con un unico striscione, accanto ai nostri fratelli diffidati che, con la Tessera del tifoso, non potranno mai più accedere ad un impianto sportivo».Ma non è soltanto la reazione alla Tessera a preoccupare gli investigatori: secondo le più recenti analisi del Viminale sono ancora 450 i gruppi ultras violenti di cui 234 politicizzati e, tra questi, 61 (nel 2008 erano 58) hanno forti legami con movimenti di estrema destra e 28 sono vicini a formazioni radicali di sinistra. Si tratta dei «soliti noti»: i Bisl (Basta infami solo lame) e Tradizione e distinzione della Roma, i Mastiff del Napoli, la Banda noantri della Lazio, le Brigate autonome livornesi, i Korps della Fiorentina, gli Irriducibili dell'Inter, i Drunks del Catania. Anche in questo campionato dunque, confermano gli analisti, le tifoserie che saranno seguite con maggiore attenzione sono quelle di Roma, Lazio e Napoli, oltre al alcuni gruppi isolati tra gli ultrà di Milan, Inter, Juve e Atalanta. E non è un caso che la prima decisione del Comitato di analisi sulla sicurezza delle manifestazioni sportive del Viminale, sia stata quella di vietare in occasione della prima di campionato la trasferta dei tifosi romanisti a Genova e di quelli bergamaschi a Roma.Restano poi i problemi storici: la «saldatura» tra le tifoserie di Roma e Lazio con i gruppi di estrema destra, la vicinanza di alcuni gruppi ultra del Napoli e del Catania con la criminalità organizzata, l'estremismo razzista di diverse tifoserie del nord, Inter e Verona su tutte. E, ovviamente, la battaglia a tutto campo contro le forze di polizia, da anni ormai i veri nemici di tutti i gruppi organizzati (che ha raggiunto l'apice in occasione dell'omicidio di Gabriele Sandri) tanto che i servizi segreti, nell'ultimo rapporto consegnato al Parlamento, hanno ribadito che la «contiguità» tra «frange di tifo organizzato ed estremismo politicò» è caratterizzata da una «forte avversione nei confronti delle forze dell'ordine» che lascia «ipotizzare, in qualche caso, anche disegni preordinati».

lunedì 18 maggio 2009

L'AGENTE SEGRETO CHE ARRIVAVA DA VERCELLI:OMERO BOZINO



Un tempo a Vercelli, e non solo a Vercelli, Bozino fu un nome famoso. Il personaggio che lo fece diventare tale fu l’avv. Luigi Bozino, uno dei più insigni penalisti italiani, un possente oratore, un vero principe del foro. Patriota, convinto assertore dell’unità d’Italia, in un’orazione per il cinquantenario della proclamazione di Roma a capitale, interpretò l’evento con una frase che divenne subito celebre: “Un grido di entusiasmo convertito in legge!”
Per quarant’anni fu anche presidente della Pro Vercelli. Sotto la sua guida questa società sportiva si sviluppò prodigiosamente in tutte le sue principali attività: ginnastica, scherma (egli stesso era un bravo schermitore) e calcio; in quest'ultima riuscì ad imporsi come la più forte squadra di calcio italiana, vincitrice di ben sette scudetti (1908, 1909, 1911, 1912, 1913 e, dopo la parentesi bellica, ancora nel 1921 e 1922). Bozino, sull’onda dei successi della sua “Pro”, divenne presidente della Federcalcio italiana e vice presidente della Federcalcio mondiale.
A Vercelli Luigi Bozino era stimato, benvoluto e soprattutto popolarissimo. Al contrario suo fratello Paolo, che era pure avvocato, si faceva notare solo perché aveva la bizzarra abitudine di andare tutti i giorni a passeggio a cavallo per la città.
Chi rimase immeritatamente oscurato dalla fama di Luigi Bozino fu suo padre Omero, un agente segreto di Cavour, che ormai più nessuno ricorda, se non qualche raro studioso, specialista nella storia del Risorgimento.
* * *
Discorrere delle missioni segrete di Omero Bozino non è facile, sia perché difettano i documenti, sia perché molti di quelli che ci sono pervenuti sono ben lontani dal farci conoscere il vero; qualcuno anzi è stato scritto proprio per alterarlo. Invano si cercherebbe la verità frugando negli archivi. Il Bozino stesso era riservatissimo, non parlava mai di sé, né delle sue lunghe assenze dalla città, e, ovviamente, meno che meno delle missioni che gli erano state affidate; anzi, all’occorrenza, era pronto a negare la verità o a camuffarla.
L’avv. Luigi Bozino, grande penalista e mitico presidente
della Pro Vercelli. Seguendo l’esempio paterno fu sempre
animato da un vivo patriottismo.
Il personaggio
Omero Bozino apparteneva ad un’agiata famiglia vercellese ed era uomo di legge (aveva un affermato ufficio di causidico). Di vivace intelligenza e di ottima educazione parlava francese, inglese, tedesco, spagnolo e conosceva a fondo i problemi economici e politici del suo tempo; inoltre era anche ben addestrato nelle arti militari.
Sappiamo che ebbe frequenti rapporti con il conte di Cavour, il quale aveva cospicue proprietà terriere nel Vercellese, a Leri; nel 1848 ne sostenne la candidatura nel collegio elettorale di Vercelli contro quella dell’avv. Eugenio Stefano Stara.
Nella guerra del 1849, come ufficiale della Guardia Nazionale, si prodigò per la difesa della sua città e dopo la sconfitta di Novara, alla vigilia del convegno di Vignale, guidò con coraggio e valore uno scontro a fuoco contro gli austriaci sul ponte della Sesia: forse l'ultimo scontro avvenuto in quella sfortunata guerra.

La questione romana
Il 1860 fu un anno di avvenimenti tumultuosi ma decisivi per l'unità italiana. Ricordiamoli: plebisciti in Emilia e Toscana per l'aggregazione al Regno di Sardegna; cessione alla Francia di Nizza e della Savoia in applicazione del trattato di alleanza del gennaio 1859; folgorante e vittoriosa spedizione di Garibaldi nello Stato borbonico; occupazione di gran parte dello Stato pontificio da parte dell'esercito piemontese, fra le proteste dei cattolici di tutto il mondo; nuovi plebisciti nelle regioni già borboniche, nonché in Umbria e nelle Marche. Così, dove fino a pochi mesi prima vi erano sette stati, nacque lo Stato italiano. Non ne facevano parte Venezia, che era rimasta sotto il dominio austriaco, e Roma, che era custodita da una guarnigione francese.
Grande manovratore di questi eventi fu il conte di Cavour, su cui però si stava riversando una quantità enorme di gravi problemi da risolvere con urgenza. Fra gli altri incombeva la delicata questione dei rapporti con la Santa Sede, che egli incominciò ad affrontare con risolutezza già prima che finisse l'anno.
Era evidente che l'unità d'Italia non poteva completarsi se a Roma continuava ad esistere il potere temporale del papa; ma appariva altrettanto evidente che questo problema non poteva essere risolto con la forza, senza creare complicazioni internazionali e senza turbare la coscienza di molti cattolici.
Nel tardo autunno del 1860 il Cavour incaricò ufficiosamente il dr. Diomede Pantaleoni e il teologo padre Carlo Passaglia di avviare con la Santa Sede trattative molto riservate, di cui però venne informato Napoleone III e poi, il 10 gennaio 1861, lo stesso Pio IX dal cardinale Santucci.
Sulle vicende di queste trattative non ci soffermiamo in questa sede; vogliamo invece ricordare che il conte di Cavour, senza informare nessuno e neppure i suoi due emissari, che a Roma già stavano trattando la questione con un gruppo di cardinali, cercò di aprirsi un'altra via, molto più segreta, ma nelle sue speranze molto più risolutiva. Il grande statista piemontese era uomo abile, di molte risorse e privo di scrupoli, quando lo riteneva necessario per conseguire i suoi scopi. Per la circostanza si avvalse di un uomo di cui ben conosceva la fedeltà e le capacità e di cui, forse, si era già servito per altre missioni: Omero Bozino.

Omero Bozino. Disegno tratto da una vecchia fotografia scattata a Parigi (La
Sesia, 1894, n. 131). Forse è l'unico ritratto esistente.

L'agente di Cavour in azione
L'uomo scelto era quello giusto. A Roma viveva l'architetto Giovan Battista Caretti, cognato del Bozino, marito di una sorella di sua moglie, ciò che motivava la presenza del Bozino in quella città, non solo, ma dava all'agente cavouriano la possibilità di meglio conoscere l'ambiente e di acquisire utili notizie. Non sappiamo quando il Bozino si recò la prima volta in missione a Roma per studiare la situazione e riferire. Sicuramente era a Roma nel dicembre 1860.
Il suo compito non era di alta diplomazia, ma quello di corrompere colui che nello Stato Pontificio era ritenuto l'uomo più potente dopo il papa, cioè il segretario di stato cardinale Giacomo Antonelli, e di farne un complice per ottenere dal papa la rinunzia al potere temporale. Sulla figura dell'Antonelli, sulla sua inesauribile sete di denaro e sul suo sfrenato nepotismo il Bozino era riuscito a raccogliere informazioni certe e dettagliate, tanto da poter rassicurare il conte di Cavour che la via della corruzione era percorribile. Il difficile era poter avvicinare con discrezione e riservatezza il segretario di stato.
Già all'inizio del 1861 il Bozino poté stabilire qualche contatto con il cardinale tramite due persone: l'abate Antonio Isaia, segretario del cardinale D'Andrea e l'avv. Salvatore Aguglia, persona di fiducia dell'Antonelli. Nonostante quello che poi scrissero qualche anno dopo l'Isaia e l'Aguglia, è estremamente difficile capire come si siano svolti i fatti. Di sicuro, mediante l'opera di questi due intermediari, ma soprattutto dell'Aguglia, il Bozino poté incontrarsi segretamente con l'Antonelli e concordare con lui questa bozza di accordo: il segretario di stato avrebbe favorito in ogni modo la fine del potere temporale e in cambio avrebbe ottenuto cospicui vantaggi per la sua famiglia, l'oblio delle malversazioni compiute dai suoi congiunti e tre milioni di scudi.
Convinto di aver portato le trattative a buon punto, il Bozino ritornò a Vercelli per poi andare a riferire tutto al conte di Cavour, il quale infatti il 2 febbraio scrisse al suo agente invitandolo a Torino: "L'argomento [...] è d'indole così delicata che meglio a voce che per scritto vuolsi trattare: egli è perciò che io la pregherei a volersi recare nell'entrante settimana a Torino, per venirne meco conferire". Sulla necessità di mantenere il più assoluto riserbo riguardo agli eventuali accordi con l'Antonelli concordavano sia il Cavour sia il Bozino il quale, il 14 febbraio, ancora raccomandava al Cavour: "...che la parte segreta della trattativa debba andare ignorata da chicchessia pel pericolo che il cardinale Antonelli, da cui tanto dipendono le sorti dell'accordo che si tenta, si lasci spaventare dalla menoma ombra di pubblicità compromettente..."
Purtroppo ciò che Bozino temeva si avverò.

Fra spie e tradimenti. Il cardinale si sdegna
Mentre il Bozino era a Vercelli, a Roma capitò qualcosa di poco chiaro e che comunque ci lascia alquanto perplessi. Sicuramente vi fu qualche tradimento. L'abate Isaia, dietro compenso, avrebbe fatto pervenire al Passaglia e al Pantaleoni, i quali stava trattando per conto del Cavour, alcune notizie su quanto stava succedendo alle loro spalle. Il Pantaleoni, turbato e sconcertato, per meglio capire, mise le sue spie alle calcagna dell'avv. Aguglia. Alla fine, geloso e infuriato, manifestò la sua indignazione al conte di Cavour e sicuramente anche ad altri, in pratica (non sappiamo se involontariamente o di proposito) facendo naufragare gli accordi concordati fra il Bozino e l'Antonelli. Il cardinale Antonelli, informato dall'ambasciatore francese Gramont di quanto era trapelato sui suoi accordi segreti (ma chi informò l'ambasciatore?), si dimostrò sorpreso, sdegnato e scandalizzato, poi reagì immediatamente con risolutezza.
Il conte di Cavour per spedire certa sua corrispondenza a Roma usava il rosminiano padre Molinari e questi, alla fine di febbraio, era latore di lettere dirette al Passaglia, al Pantaleoni e all'Isaia. Appena giunse tranquillo ed ignaro in territorio pontificio, a Civitavecchia, il buon padre Molinari si trovò inaspettatamente di fronte al suo superiore, il generale dei Rosminiani padre Bertetti, il quale si fece consegnare tutta la corrispondenza, facendo poi sparire quella diretta all'Isaia. Inutile dire che chi fece muovere il generale dei Rosminiani fu il cardinale Antonelli e che il suo scopo era quello di cercare e togliere di mezzo carteggi per lui compromettenti. Il cardinale poi fece espellere da Roma l'Isaia e denunciò ufficialmente al Pantaleoni il tentativo di corruzione; invece non prese provvedimenti contro l'Aguglia, ovviamente, poiché era un suo fedelissimo ed era stato il tramite diretto fra lui e il Bozino.
Dal canto suo il Bozino, il 9 marzo, scrisse al Cavour, manifestando senza mezzi termini quanto pensava del Pantaleoni: "...reputo debito mio prevenirla che il dottore Pantaleoni è universalmente tenuto a Roma siccome uomo assai avido di denaro, ed è avarissimo. E che pare voce accreditata che il medesimo si trovi al servizio di quella polizia a cui in parecchie circostanze prestò l'opera sua efficace".
Vista la piega degli eventi il Cavour si affrettò a sconfessare il suo agente (che come tutti i bravi agenti segreti non solo accettò la sconfessione, ma la favorì), poi, con una lettera del 23 marzo, tranquillizzò il Pantaleoni spiegandogli che il Bozino "è cognato del Caretti architetto stabilito a Roma da moltissimi anni. Passò con lui le ferie autunnali, e ivi fece conoscenza del segretario del cardinale d'Andrea. Forse per vanità vantò relazioni personali con me che non ebbe mai [...] Ecco la storia del Bozino alla quale non importa più pensare".
Pure noi chiudiamo la vicenda romana del Bozino. Una vicenda ben chiara nelle sue finalità, ma molto oscura su come si svolse. Una testimonianza tarda, ad esempio, narra di una misteriosa aggressione, di cui il Bozino fu fatto segno nel cuore della notte, a Roma, uscendo dal palazzo Antonelli; egli ne poté venire fuori incolume grazie al suo coraggio, "stramazzando a terra uno dei suoi aggressori, l'altro fugando". In quel tempo a Roma intrigavano varie diplomazie ed i loro agenti e le loro spie operavano senza esclusione di colpi. Gli stessi Passaglia e Pantaleoni, emissari ufficiosi del Cavour, erano persone infide.
Se potessimo ricostruire la storia con i se e con i ma, potremmo affermare che se la missione di Omero Bozino fosse riuscita e se il Cavour non fosse morto poche settimane dopo, Roma e il potere temporale dei papi sarebbero caduti senza che dieci anni dopo l'esercito italiano avesse dovuto aprire la breccia di Porta Pia.
Anche dopo la fallita missione romana il Bozino, che non era certo un agente occasionale, continuò a tenersi a disposizione del conte di Cavour. Il 19 aprile gli scrisse di essere pronto "ad eseguire con l'impegno di tutti i miei mezzi quell'incarico di cui Ella si degnasse onorarmi, di qualunque natura esso siasi, e quand'anche per avventura mi esponesse a pericoli". Sappiamo infatti che verso la metà del maggio 1861 il conte di Cavour scrisse al Bozino che in giugno gli avrebbe affidata una missione "che sarebbe stata utile alla causa italiana". Purtroppo con la prematura morte del Cavour, avvenuta il 6 giugno, il Bozino dovette porre fine alla sua attività di agente segreto.
Marzo 2000


N O T A B I O G R A F I C A
Omero Bozino nacque a Vercelli il 31 agosto 1821 ed esercitò la professione legale nella sua città, dove morì il 29 luglio 1894. Ebbe dalla moglie Erminia Tartara due figli: Paolo e Luigi. Con motu proprio di Vittorio Emanuele II venne creato cavaliere della Corona d'Italia. Dopo la morte di Cavour continuò ad interessarsi di problemi economici e finanziari e in alcuni scritti sostenne la necessità di alienare i beni ecclesiastici e demaniali per conseguire il risanamento del bilancio dello Stato. Nel 1865 divenne comandante della legione vercellese della Guardia Nazionale e nel 1880 - 82 sostenne con vigore la necessità di collegare Vercelli a Casale con una linea tranviaria che servisse anche ad unire al capoluogo i paesi della zona (si veda F. Vallia, Progetto di un tramway a vapore fra Vercelli e Casale...,Vercelli 1882). Secondo alcune fonti, non sappiamo quanto attendibili (ad es. il necrologio apparso su La Sesia il 31 luglio 1894 n. 91), prima della sua missione romana sarebbe stato mandato dal Cavour all'estero con incarichi straordinari, forse in Spagna e in Inghilterra. Se ciò sia vero non è facile saperlo, anche perché gli agenti segreti non sempre sono soliti lasciare tracce documentarie.
Di lui restano vari opuscoli, alcuni dei quali ormai rarissimi. Ricordiamo: La finanza del regno d'Italia e la vendita dei beni ecclesiastici, Firenze 1867; La guardia nazionale di Vercelli nelle guerre per l'indipendenza e l'unità d'Italia negli anni 1848-49-59-60. Relazione storica, Vercelli, 1865
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Appendice documentaria
Giulio Cesare Faccio, cui gli avvocati Paolo e Luigi Bozino concessero di vedere alcune carte del loro padre, poté reperire il seguente appunto, che dimostra come Omero Bozino fosse riuscito a venire in possesso di informazioni ben precise sulla moralità del cardinale Antonelli: Appena le armi francesi permisero all'Antonelli di installarsi in Vaticano, sua prima cura fu di costituire una cameretta col cui concorso impossessarsi di tutte le risorse dello Stato. A far parte di tal congrega furono chiamati i suoi fratelli Angelino, Filippo, Luigi, Gregorio, il droghiere Feoli, il marchese Ferrajoli, il banchiere Costa, l'agente di cambio Cortesi e una schiera pressoché infinita di agenti spediti in tutte le provincie dello Stato a incettar vini, grani, olio, lane, pellami oltre i corrispondenti inviati alle piazze più cospicue d'Europa a trafficar le derrate dello Stato raunate a prezzi tenuissimi, lasciando questo nella maggior penuria immaginabile. A incarnare maggiormente il suo concetto pose a capo delle pubbliche amministrazioni i satelliti i più devoti commettendo loro di usufruttuarne a suo conto le rendite colla convenzione di lasciarne loro una parte. Quindi è che si scorse alla testa del Municipio di Roma Luigi Antonelli, fratello dell'Eminenza, alla presidenza della Banca l'altro fratello Filippo, al Monte di Pietà l'avvocato Massani, alle Finanze monsignor Ferrari, alla Regia dei tabacchi il marchese Ferrajoli e tutti in tal guisa corrisposero alle vedute dell'Antonelli che in pochi anni ne formarono uno dei più ricchi proprietari d'Europa. (G. C. Faccio, I tentativi di Cavour per risolvere la questione romana nel 1860-61, in "Nuova Antologia", giugno 1912, pp. 416-417).
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Il Pantaleoni così narrò come venne a conoscere l'esistenza delle trattative condotte dal Bozino, fingendo di credere che fossero un tranello architettato dall'Antonelli, probabilmente per giustificare il suo comportamento, che in effetti mandò a monte quei negoziati: Verso la metà del febbraio o in quel torno il Passaglia mi preveniva altri negoziati da noi ignorati essere stati iniziati da altri incaricatone dal Cavour; e come io ne sfatavo la notizia egli mi chiese balìa di comprarne le prove. Io l'autorizzai a ciò ed è per tal modo che mi vennero in mano le prove e quei documenti quali l'egregio Nicomede Bianchi da altri ebbe e pubblicò [...] Mi bastò dare una lettura superficiale a quelle proposte e carte che il Passaglia aveva da taluno di quegli onesti negoziatori comprate per comprenderne la futilità e quando poi nelle proposte concrete si parla di dare al cardinale Antonelli tre milioni e subornarlo e così anche di riconoscere appalti e contratti della famiglia Antonelli, non potei non sentire che il cardinale intendeva solo a montare una grossolana trappola al Cavour della quale quegli attori si facevano scioccamente intermediari...(D. Pantaleoni, L'idea italiana nella soppressione del potere temporale dei papi, Torino, 1884, p. 81)
* * *
Riguardo alla sua missione romana Omero Bozino cercò sempre di mascherarne gli scopi. Ancora a dieci anni di distanza, nel 1871, scrivendo al senatore Artom affermava: Nel 1862 io scrissi al Direttore dell'Osservatore romano queste linee precise: " Alcuni scritti venuti recentemente alla luce pubblicarono al mio riguardo fatti poco esatti ed anche erronei. In omaggio al vero deggio dichiarare che lungo la mia dimora a Roma nel principio del 1861 non conobbi di persona l'avv. cav. Salvatore Aguglia, non sollecitai né ebbi mai l'onore di essere presentato all'Eminentissimo Antonelli segretario di Stato; che, vissuto ognora straniero alla diplomazia, privati e non pubblici interessi mi conducevano a Roma; ed infine che non tengo in pronto alcuna pubblicazione la quale valer possa a conferma di circostanze da me ignorate". Tutto quanto contiene questa mia nota era verissimo: Avvegnaché la sola missione avuta personalmente dal conte di Cavour era di studiare le condizioni finanziarie di Roma e lo spirito della popolazione e riferire

VOGLIAMO STO SCUDETTO

TORNEO 1909/1910 PRIMO SCUDETTO ASSEGNATO A GIRONI LA FEDERAZIONE PROPONE TRE DATE PER LA FINALE 17/04 , 24/04 O 01/05.LE DUE FINALISTE PRO VERCELLI SCEGLIE IL 01/05 PER MOTIVI MILITARI E RAPPRESENTATIVA COPPA DEL RE. MA L'INTER SECONDA FINALISTA ACCUSA LA PRO VERCELLI DI PERDITA DI TEMPO E SCEGLIE IL 24/04, LA FEDERCALCIO LE DA RAGIONE.
LA PRO VERCELLI SCENDE IN CAMPO CON UNA SQUADRA DI RAGAZZINI 11/15 ANNI A CENTROCAMPO IL CAPITANO DELL'INTER STRINGE LA MANO AL CAPITANO AVVERSARIO SANDRO RAMPINI (11 ANNI) FUTURO CANNONIERE DELLA PRO VERCELLI E CONSEGNA AL CAPITANO MILANESE UNA LAVAGNA CON LA SCRITTA COSI' NON PERDETE IL CONTO DEI GOL CHE CI FARETE. COMUNQUE LA PARTITA FINISCE 10-3.

lunedì 11 maggio 2009

PRO VERCELLI


Archivio storico







La leggenda La squadra piemontese anticipatrice di teorie e tecniche che all' inizio del Novecento l' hanno resa grande
Arriva l' atleta, cent' anni di calcio moderno
La rivoluzione della Pro Vercelli, la prima a curare e a preparare il fisico Arriva la Juve La festa della Pro Vercelli finisce quando Edoardo Agnelli acquista la Juve e le strappa Rosetta Paragone con Sacchi Per spirito, metodo di lavoro e gioco, le «bianche casacche» sembravano una squadra di Sacchi
Compie più o meno cent' anni adesso una straordinaria storia di calcio, quella della Pro Vercelli che nel 1909 vinse il primo campionato a nove squadre. S' impara all' ingrosso fin da bambini, ma si prende sempre come una stranezza. C' era una volta la squadra di una piccola città che arrivò a vincere fino a sette scudetti e a dare fino a nove giocatori alla nazionale. Una specie di fiaba. Ma la Pro Vercelli è stata molto di più. Ha costruito, anticipato e qualche volta subito tutti i grandi principi del calcio moderno, dall' importanza della preparazione fisica all' inghippo politico; dal gioco all' italiana al mercato. L' avventura comincia nel 1903 quando Marcello Bertinetti, fondatore della Società Ginnastica Pro Vercelli, decide di aprire una sezione anche per il calcio. Il nuovo sport, partito da Genova e dal Friuli, si è ormai allargato in tutta l' Italia del Nord anche se non è ancora popolarissimo. La prima volta che un giornale ne scrive seriamente è quando a Milano ladri sconosciuti rubano i fili che tengono insieme la porta. Il pubblico è poco, ma aumenta ogni anno a ritmi forti. Le prime squadre (Juventus, Genoa, Milan, Andrea Doria) sono piene di stranieri. La Pro Vercelli schiera solo ragazzi nati e residenti a Vercelli. Sono tutti di buone famiglie borghesi, tranne Innocenti, il portiere, che fa il ciabattino. Lo spirito della città cementa la squadra, ma la differenza arriva dalla ginnastica. Nessuno alla Pro Vercelli nasce calciatore. Tutti sono prima di tutto atleti. Hanno un fisico oltre la media, fanno altri sport, si allenano regolarmente, con metodo e anche con fatica. All' inizio del secolo il calcio è ancora un gioco per artisti, si pensa che per gestire un attrezzo servano agilità e grazia, ritmo, non forza. I ragazzi di Vercelli inventano la preparazione fisica, portano nel calcio rigore morale e senso di squadra. Hanno un giuramento comune in cui assicurano «fedeltà, disciplina e obbedienza assoluta» al loro capo. Per almeno dieci anni non li fermerà nessuno. Picchiano e corrono, aggrediscono, fanno vero pressing a tutto campo. Giocano meglio quando si difendono, poi partono in contropiede. Gli avversari dicono che sono macellai, ma scompaiono dal campo negli ultimi venti minuti. Quando la fatica arriva, restano solo «le bianche casacche» dei vercellesi. Per spirito, metodo di lavoro e gioco sembrano una squadra di Arrigo Sacchi. Le grandi città naturalmente non gradiscono. La Federazione si è appena spostata a Milano. Così nel 1910, quando c' è da giocare lo spareggio tra Pro Vercelli e Inter alla fine di aprile, la Federazione rifiuta la richiesta di rinvio dei piemontesi. Hanno tre giocatori impegnati con la nazionale militare, sembra normale rinviare. Ma l' Inter rifiuta e la Federazione le dà ragione. Bozino, leggendario presidente vercellese, si arrabbia, grida all' ingiustizia e schiera la quarta squadra, quella dei ragazzi tra gli undici e i quattordici anni. Finisce 10-3 per l' Inter e con tutta la Pro Vercelli squalificata e multata. Che la Pro Vercelli fosse la squadra più forte lo confermarono i tre scudetti conquistati nelle tre stagioni successive. La leggenda della Pro Vercelli spiega anche l' altra anomalia nel libro d' oro dei campionati, quella dello scudetto al Casale nel 1914. Tra Casale e Vercelli c' è un pugno di chilometri, l' antagonismo è fortissimo. I casalesi vogliono la loro parte di gloria e l' ottengono proprio alla vigilia della guerra. Fanno l' opposto dei vercellesi (maglia nera invece che bianca, stranieri invece che residenti) tranne che sul campo dove picchiano e corrono come i rivali. I due capitani, Milano primo e Barbesino, non si saluteranno mai, nemmeno quando si ritrovano al fronte nella stessa compagnia. La storia cambia quando nel 1923 il figlio di Giovanni Agnelli, Edoardo, acquista la Juventus. Le grandi città sono stanche di questa euforia fisica che le tiene ai margini. Agnelli strappa Rosetta alla Pro Vercelli con un ingaggio di 45 mila lire e uno stipendio di mille (premi compresi). Il Milan si prende invece Gay facendo finta di impiegarlo alla Richard Ginori. È un colpo duro, l' inizio della fine del calcio di provincia. Il professionismo spazza via qualunque regola precedente. Comincia l' epoca del grande calcio metropolitano. Nonostante l' arrivo di Piola, la Pro Vercelli comincia il suo viaggio a ritroso. Il Casale è già scomparso. La Pro Vercelli con i gol di Piola farà in tempo a partecipare ai primi campionati a girone unico alla fine degli anni venti. Ma è l' annuncio di una legge definitiva. Al resto della grande provincia italiana non resteranno che poche stagioni di gloria negli ottant' anni successivi. La storia Sette scudetti, poi il declino Le origini La Società Ginnastica Pro Vercelli nacque nel 1982. Nel 1903 venne istituita anche una sezione per il calcio. Il colore della maglia: bianca Le vittorie Ha vinto sette scudetti. Il primo nel 1908 al debutto nella massima divisione. L' ultimo è datato 1922 La retrocessione Nel 1934-35 la Pro Vercelli retrocede in serie B. Da allora non è mai più riuscita a risalire nella massima serie Il presente È stata rifondata nel 1990 e attualmente gioca in Seconda Divisione (girone A) I protagonisti Pezzi di storia

martedì 28 aprile 2009

COMPLEANNO MATTIA






















LA STRAGE DI BOLOGNA SERVI' AD ISRAELE

Carlos lo sciacallo, per la prima volta davanti a un magistrato italiano, detta la risposta in lingua francese: «La strage del 2 agosto, a Bologna, non è opera dei fascisti». Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, così come Luigi Ciavardini, i neofascisti condannati per la bomba alla stazione coi suoi 85 morti e i duecento feriti, non avrebbero nulla a che fare con la terribile esplosione al tritolo che nell’estate del 1980 sbriciolò la sala d’aspetto di seconda classe e investì il treno Ancona-Chiasso in sosta sul primo binario. Ascoltato per rogatoria dal pubblico ministero bolognese Enrico Cieri, entrato alle nove di venerdì col funzionario della Digos Marotta nell’austero Palazzo di Giustizia parigino che guarda in faccia le punte della cattedrale di Notre Dame e taglia in due la Senna, il terrorista internazionale di origini venezuelane non batte ciglio e ripete: “A mettere la bomba a Bologna non sono stati né i rivoluzionari né i fascisti…”.
Allora chi è stato, insiste il magistrato aggiustandosi gli occhiali sul naso. Ma Carlos, in camicia rossa, ben sistemato nei suoi sessant’anni in arrivo il prossimo 12 ottobre, va per i fatti suoi: “Io voglio parlare davanti a una commissione ministeriale, non a un magistrato… comunque quella è roba della Cia, i servizi segreti italiani e tedeschi lo sanno bene. Il guaio è che l’Italia è una semicolonia degli Stati Uniti, ragion per cui nel vostro Paese non si possono risolvere i tanti misteri… L’Italia dal 1943 è metà pizzeria e metà bordello degli americani, per questo non si risolve nulla… e lo stesso vale per la Germania, semicolonia americana dal 1945”.
Carlos, il cui vero nome è Ilich Ramirez Sanchez, detenuto nel carcere francese di Poissy e famoso per l’assalto al quartier generale dell’Opec nel 1975, spiega anche perché “non possono essere stati i neofascisti” a mettere la bomba alla stazione di Bologna. “In quegli anni — detta — il traffico di armi ed esplosivi attraverso l’Italia era cosa soltanto nostra. Col beneplacito dei servizi italiani, coi quali noi rivoluzionari trattavamo personalmente, i compagni potevano attraversare l’Italia, così come la Grecia, con tutte le armi in arrivo da Saddam Hussein. Per questo posso certamente dire che in quei giorni mai ci sarebbe potuto sfuggire un carico di T4 grande come quello fatto esplodere a Bologna. Non sarebbe sfuggito a noi e di certo non lo potevano avere in mano i neofascisti italiani. Quel tritolo viene dai militari… Tra i rivoluzionari palestinesi e l’Ori (l’Organizzazione dei rivoluzionari internazionali, quella di Carlos, ndr) — puntualizza il terrorista — i patti con i servizi segreti italiani erano chiari: in Italia traffico di armi sì, attentati no… E noi abbiamo mantenuto la parola”. Quindi Carlos demolisce anche la tesi di Cossiga, quella dello scoppio accidentale dell’esplosivo in transito: “Conosco bene quel tritolo, non suda, non si muove… per farlo saltare serve per forza l’innesco”.
A fianco di Carlos, portato in tutta sicurezza al primo piano del tribunale circondato dalla Gendarmeria, ci sono gli avvocati Sandro Clementi e Isabelle Coutant. Con loro l’interprete Sophie Blanco. Davanti al terrorista, a far domande, stanno seduti il giudice istruttore Yves Jannier (che ha sostituito Brughier) e il pm Cieri, l’ufficiale di collegamento italiano in Francia, Forcella, e il magistrato italiano di collegamento a Parigi, Camelieri. Prima di iniziare lo sciacallo li fissa negli occhi uno per uno, prende carta e penna e chiede a ognuno di loro nome e cognome. Non tutti rispondono. A un tratto il magistrato bolognese tira fuori un album fotografico e chiede a Carlos se conosce Abu Saleh Anzeh, rappresentante in Italia del Fronte popolare per la liberazione della palestina (Fplp). Sorride, lo sciacallo.
Prima di diventare segretario a Damasco di George Abbash, Anzeh era il suo uomo delegato ai rapporti con i servizi segreti militari. “Del resto noi eravamo organizzati militarmente — spiega Carlos — per questo subito dopo lo scoppio a Bologna ho ricevuto un rapporto scritto. Noi, prima di tutti, volevamo capire cosa fosse accaduto”. A inviarlo, dice ancora, è stata Magdalena Cecilia Kop, nel 1980 una semplice militante poi diventata sua moglie, oggi ripudiata perché starebbe collaborando con il Bka, la polizia politica tedesca. “Andate a chiederlo a lei cosa c’era scritto… I servizi sapevano bene che a Bologna quel giorno c’era Thomas Kram e farlo saltare in aria con la stazione sarebbe stato come mettere la firma dei palestinesi sull’eccidio… Così l’Italia si sarebbe staccata dai palestinesi e avvicinata agli israeliani. Ma Kram (già interrogato dal pm Cieri, ndr) si è salvato e l’operazione è fallita. Thomas era braccato passo passo dagli 007… In realtà era diretto a Perugia. Perché non tutti lo sanno, ma il ‘68 non è nato a Parigi, è nato a Perugia nel 1967”.
Ciavardini e i suoi coimputati erano innocenti. I servizi italiani e la Cia invece sapevano tutto”.

mercoledì 15 aprile 2009

giovedì 9 aprile 2009

LE VITTIME SALGONO ANCORA

Altre forti scosse di terremoto hanno fatto tremare le zone colpite dal sisma di lunedì scorso. Paura a l'Aquila dove non si fermano le operazioni di soccorso e dove le nuove scosse della serata di martedì hanno determinato nuovi pericolosi crolli. Intanto si affievoliscono le speranze di trovare in vita altre persone sotto le macerie: i morti accertati fino ad ora sono 272, una decina i dispersi, 1179 i feriti e 25mila gli sfollati.
01.07 - Nuova scossa. Una nuova scossa di terremoto, di magnitudo 4.3, è stata registrata alle 00:55 nell'Aquilano. La scossa, di breve durata, ha avuto come epicentro le zone di L'Aquila, Barete e Pizzoli. Non si registrano, al momento, danni a persone o a cose.
00.32 - Recuperato corpo da Casa studente. Il corpo di un giovane è stato recuperato tra le macerie della Casa dello studente dell'Aquila. Il cadavere è stato portato nella caserma della Guardia di Finanza per il riconoscimento. Tra i resti della struttura le squadre dei vigili del fuoco proseguono le ricerche perché si ritiene che possano esserci altre persone da recuperare.23.53 - Bertone alle esequie. Il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, rappresenterà Benedetto XVI alle esequie delle vittime del terremoto, venerdì mattina. Lo ha confermato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Le esequie dovrebbero essere però presiedute ugualmente dall'arcivescovo dell'Aquila, mons. Giuseppe Molinari, in quanto ordinario del luogo. Bertone dovrebbe invece tenere l'omelia.
22.45 - Non date merci, ma soldi. Appello del presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, affinché non si doni merce, deperibile e con problemi di stoccaggio, ma si contribuisca con denaro utilizzando il conto intestato alla Regione Abruzzo numero 10400000, con la causale ''contributo pro-terremotati dell'Abruzzo''. 22.22 - Raccolta fondi a New York. La gara di solidarietà per aiutare i cittadini abruzzesi colpiti dal terremoto ha mobilitato a New York gli americani di origine italiana. Tony Avella, consigliere del Comune di New York, ha organizzato assieme al collega Vincent Gentile una raccolta fondi.22.07 - Salvi 150 studenti cilentani. Quasi 150, tutti salvi. Sono gli studenti cilentani universitari scampati al sisma. Tra loro, Annalisa De Marco, 20 anni, di Vallo della Lucania. La ragazza al momento del sisma dormiva in una stanza del terzo piano di uno stabile nel cuore dell' Aquila. La giovane si è ritrovata intrappolata fino alle dieci del mattino tra le macerie del palazzo, rimasto miracolosamente in bilico. "Sono rimasta bloccata nel palazzo, al buio più totale, dalle tre e trenta di notte fino alle dieci del mattino - racconta Annalisa - gridavo come una disperata, cercavo di farmi sentire da qualcuno. Poi, finalmente, sono venuti a soccorrermi, due carabinieri, due uomini della forestale e uno studente che aveva dato l'allarme". Subito dopo la fuga precipitosa all' aria aperta il palazzo si è sgretolato. 22.05 - "Mai fatte prove di evacuazione". "Purtroppo non si sono mai fatte prove di evacuazione. Avevamo programmato un'esercitazione a giugno, dopo le elezioni. Ci siamo affidati molto a quello che ci poteva dare la scienza e poi un minimo alla prudenza da parte dei cittadini: chi aveva uno zaino già pronto, chi aveva passato la notte fuori. La maggior parte delle vittime sono tra quelli rimasti in città perché pensavano di vivere in case sicure". Lo ha detto Massimo Cialente, sindaco dell'Aquila.21.58 - Ancora una decina di dispersi. Le squadre dei soccorritori cercano ancora una decina di dispersi tra l'Aquila e provincia. Uomini e donne. Nessuno sa dove siano, o meglio, nessuno sa sotto quante macerie siano sepolti.21.42 - In Dl nuovi atti predatori e sospensione termini processuali. La sospensione di tutti i termini processuali (inclusi quelli relativi alla presentazione della dichiarazione dei redditi) fino a quando non cesserà lo stato di calamità nella zona colpita dal terremoto di domenica e la creazione di un reato "ad hoc" che punisca duramente gli sciacalli. Sono i due punti che i tecnici del ministero della Giustizia stanno definendo per il decreto legge sulle misure in favore dell'area terremotata dell'Abruzzo.
21.10 - Messa di Pasqua con Berlusconi. "Domenica Berlusconi sarà alla messa di Pasqua in Abruzzo. Gli ho detto che forse lo accompagnerò". Lo ha riferito il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo uscendo da Palazzo Chigi.20.51 - Premier: "A posto con attrezzature". Per quanto riguarda le attrezzature per affrontare l'emergenza dovuta al terremoto ''siamo a posto'', perché l'organizzazione è stata in grado di far fronte alle necessità. Per evitare "congestionamenti la nostra indicazione è di trasformare le offerte di abbigliamento e altri generi di prima necessità in soldi". Il conto corrente da utilizzare per i versamenti: c/c 10400000.20.37 - Napolitano giovedì all'Aquila. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso della sua visita all'Aquila, in programma domani, visiterà alcuni luoghi simbolo del terremoto che ha colpito l'Abruzzo.20.22 - L'Aquila, chiuso il centro storico. "Chiudiamo tutto il centro storico di L'Aquila per motivi di sicurezza. C'è pericolo di crolli. Ho appena firmato l'ordinanza". Lo ha annunciato il sindaco di L'Aquila Massimo Cialente.20.18 - Carabinieri: "272 vittime accertate". Le vittime finora accertate del terremoto in Abruzzo sono 272, di cui sei in corso di identificazione. Lo si apprende dai carabinieri.20.02 - Nuova forte scossa. Una nuova scossa di magnitudo 3.2 della scala Richter è stata avvertita nella zona compresa tra L'Aquila, Pianola, Poggio di Roio e Scoppito. Lo comunica il dipartimento della Protezione Civile.
19.56 - I due fermati non erano sciacalli. I due italiani portati in Questura a L'Aquila perché trovati con 80mila euro in auto ad Onna, non erano sciacalli bensì i legittimi proprietari. Lo spiega la polizia di Stato, che sottolinea che le due persone hanno saputo dimostrare la legittima provenienza del denaro. La Polizia riferisce di centinaia di controlli effettuati dai presidi antisciacallaggio condotti da agenti, carabinieri, finanzieri e guardie forestali.19.06 - Gdf: "267 bilancio vittime". E' di 267 morti il nuovo bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito la provincia dell'Aquila. Lo ha reso noto la Guardia di Finanza sottolineando che sono ancora 3 le salme da identificare.18.42 - Berlusconi: "28mila i senza casa". Il premier Berlusconi ha reso noto che ad oggi vi sono "28mila senza casa" a causa del terremoto.17.35 - Oscurato sito con falsa scossa. La polizia postale di Pescara ha oscurato un sito internet che annunciava una forte scossa di terremoto per il pomeriggio all'Aquila. L'annuncio ha provocato allarme tra i cittadini. Il sito che fa capo a un fantomatico centro scientifico di ricerca sismica, è stato posto sotto sequestro. 16.53 - Berlusconi: "L'Aquila città fantasma". "Purtroppo questa è diventata una città fantasma". Lo ha detto il premier, Silvio Berlusconi, commentando da Piazza Fuomo i danni del terremoto. "Il problema - ha aggiunto Berlusconi - è vedere come e dove sistemare chi è rimasto senza casa e che non può certamente tornare ad abitare qui".16.28 - Gelmini: "110 mln di euro per le scuole". Per la ricostruzione e riorganizzazione delle scuole dell'Abruzzo colpite dal terremoto sono in arrivo 110 milioni di euro: è uno dei provvedimenti urgenti che il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, porterà domani in Consiglio dei ministri.16.10 - Fermati due sciacalli con 80mila euro di refurtiva. La polizia ha fermato due sciacalli a Onna. Si tratta, secondo quanto si è appreso, di due italiani. Erano in possesso di refurtiva per un valore di 80 mila euro. 15.55 - Gelmini: "Nessuno perderà l'anno scolastico". "Voglio tranquillizzare le famiglie, preoccupate anche per la fine dell'anno scolastico: nessuno perderà l'anno, neanche quelli che dovranno affrontare la maturità": così il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, alla Camera. 15.50 - Gelmini: venerdì il punto sulle scuole. Il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, sarà domani a L'Aquila per una riunione "operativa" con i vertici delle istituzioni locali e scolastici, per valutare la situazione delle scuole dopo il terremoto. Lo ha annunciato la stessa Gelmini nel corso del Question Time alla Camera. 15.41 - Rinviata la Serie B. E' stata rinviata dalla Lega Calcio la 35.ma giornata del campionato di serie B prevista per venerdì prossimo, giorno in cui è stato proclamato il lutto nazionale e si svolgeranno i funerali solenni per le vittime del terremoto in Abruzzo. Le partite verranno disputate martedì 14 aprile alle ore 19. 15.31 - Bossi partito per L'Aquila. Il ministro delle riforme e leader della Lega Umberto Bossi è partito poco dopo le 15 da Roma alla volta de L'Aquila per una visita alle popolazioni colpite dal sisma. 15.15 - Berlusconi: "A L'Aquila la prima new town". ''A L'Aquila potrebbe sorgere la prima delle new town che il governo ha in mente di promuovere per dare certezza abitativa a tutti e soprattutto ai giovani''. Lo ha detto il presidente del consiglio Silvio Berlusconi che ha voluto replicare alle polemiche sorte sull'argomento. ''Non si tratta - ha chiarito Berlusconi - di una alternativa, ma di fare case in più, a costi più contenuti e con servizi più avanzati, per rendere più belle le città".15.00 - La Nazionale giocherà in Abruzzo. La Nazionale italiana di calcio testimonierà la propria solidarietà ai terremotati, disputando una partita in Abruzzo, con l'incasso devoluto alle opere di assistenza e ricostruzione. La Figc, informa un comunicato, sta già lavorando a questa iniziativa e si augura che la data utile possa essere quella del prossimo impegno internazionale degli Azzurri, sabato 6 giugno. 14.40 - Berlusconi: "Cento progetti affidati a province". Cento progetti per la ricostruzione dei territori devastati dal sisma da affidare alle province che hanno a disposizione tecnici per realizzare le costruzioni. E' la proposta del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Il premier ha precisato che è "un'idea che ho sottoposto a Bertolaso, sperando che mi dia il suo parere positivo". Le province saranno messe in gara: cio darà, ha spiegato Berlusconi, "certezza del risultato e dei tempi". 14.30 - Barroso: "E' una tragedia europea". Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha detto che il terremoto in Abruzzo "è una tragedia che ha colpito tutta l'Unione europea". E' quanto ha riferito il vicepresidente della Commissione Ue e commissario ai Trasporti, Antonio Tajani. 14.21 - "Carne venduta a 80 euro al Kg". Sono arrivati con un furgoncino pieno di carne chiedendo ai cittadini di Pizzoli 80 euro per un chilo. Indignate alcune persone hanno avvertito la protezione civile e da lì è partita subito una chiamata ai carabinieri che stanno raggiungendo il paese per denunciare il responsabile. 14.20 - Berlusconi: "17.772 persone in tendopoli". Per quanto riguarda le tendopoli, è stato fatto uno "sforzo straordinario" con "2.962 tende installate, che hanno accolto 17.772 persone". Sono i dati forniti dal presidente del Consiglio. "Siamo a posto per le attrezzature" ha aggiunto Berlusconi fornendo i dati aggiornati relativi all'emergenza: 31 tendopoli in totale, 24 cucine da campo, 14 ambulatori. Sono inoltre disponibili, ha sottolineato, "altre quattro mila tende" fra le quali 400 pneumatiche. 14.15 - Tajani: "4-500 milioni dall'Ue". Complessivamente gli aiuti dell'Unione Europea all'Italia per fronteggiare le conseguenze del terremoto potrebbero arrivare a 4-500 milioni di euro. Lo ha indicato il commissario europeo ai Trasporti Antonio Tajani. Grosso modo si può ipotizzare l'utilizzo dei fondi strutturali inutilizzati 2000-2006, la riprogrammazione di quelli 2007-2013 e l'intervento del fondo di solidarietà. 14.05 - Berlusconi: "Nasce il reato di sciacallaggio". "Per quanto riguarda i lavori di verifica abbiamo in campo oltre 1000 persone. C'è però una paura su operazione di sciacallaggio. Con il ministro Alfano abbiamo deciso di dare vita ad un reato di sciacallaggio che sarà sanzionato molto severamente". Lo annuncia Silvio Berlusconi da L'Aquila: "Le pene saranno molto, molto severe", aggiunge il premier. 14.02 - Berlusconi: "260 le vittime, venerdì i funerali solenni". "Sono 260 le vittime, 16 bambini, 9 sono da identificare, 251 identificati. I funerali solenni si terranno venerdì prossimo". Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della nuova visita ai luoghi colpiti dal sisma.13.39 - Schifani: "Parlamento farà la sua parte". "Ognuno farà la propria parte. In questo momento l'intero Paese, l'intera comunità politica è attorno all'Abruzzo". Il presidente del Senato, Renato Schifani, assicura che il Senato lavorerà per approvare presto i provvedimenti che il Consiglio dei ministri metterà in campo per la ricostruzione dopo il sisma.13.12 - Visita Papa, "aspettiamo ok da Bertolaso". La visita del Papa all'Aquila dovrà essere concordata con le autorità italiane e in particolare con il responsabile della Protezione Civile Guido Bertolaso. Lo ha precisato padre Federico Lombardi.12.50 - Sciacallaggio, numerosi i controlli. Sono state decine le persone sospette controllate da Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza durante la scorsa notte nel corso dei servizi antisciacallaggio. Continuano così senza sosta, secondo quanto riferisce il Dipartimento di pubblica sicurezza, i servizi di controllo delle Forze dell'Ordine per prevenire eventuali episodi di sciacallaggio. 12.40 - A Roma nessun danno a siti archeologici. "Le ulteriori scosse sismiche che si sono nuovamente avvertite anche a Roma non hanno causato danni a strutture, musei e siti archeologici di competenza della Sovraintendenza ai beni Culturali di Roma". Lo dichiara il Sovraintendente ai Beni Culturali di Roma Umberto Broccoli. 12.15 - Partono le verifiche sugli edifici. Già a partire da oggi verrà avviata l'attività di analisi, verifica e stima dei danni. Per effettuare, dunque, la verifica dell'agibilità degli edifici è stata costituita una Commissione mista che, per le relative operazioni potrà contare sulla collaborazione di 1000-1500 tecnici specializzati, composta anche da rappresentanti del Ministero dei Beni culturali. 11.52 - Vigili del fuoco:"20-30 persone mancano all'appello". "Restano da recuperare 20-30 persone che mancano all'appello. Lo ha detto il capo dei vigili del fuoco, Antonio Gambardella, parlando degli interventi in corso nell'aquilano. "Quattro-cinque persone - ha spiegato Gambardella - sono probabilmente nei sotterranei della Casa dello Studente crollata a L'Aquila. E' un edificio molto pericoloso per i soccorritori e stiamo cercando di demolirlo pezzo per pezzo".

98ENNE TROVATA VIVA DOPO 30 0RE

Storie di speranza si intrecciano con quelle di dolore. E' stata trovata viva, a 98 anni, dopo 30 ore sotto le macerie a Tempera. L'anziana, che è rimasta tra i calcinacci nel suo letto, è stata portata giù dai pompieri e soccorritori. Ai microfoni di "Studio Aperto", quando le è stato chiesto cosa avesse fatto tutto questo tempo, ha semplicemte risposto: "Ho lavorato, ho fatto l'uncinetto".
Maria D'Antuono è una sopravvissuta. L'anziana, una volta salva, ha mangiato qualche cracker. Il ritrovamento della 98enne rappresenta un simbolo di speranza per le persone e i parenti che aspettano di riabbracciare i loro cari dispersi o ancora sotto le macerie

LA SCOSSA ERA PREVISTA

Prevedo un terremoto". E l'infausta profezia si è avverata. A lanciare l'allarme su un imminente disastroso evento sismico in Abruzzo era stato, una settimana fa, un ricercatore dell'INFN dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, Giampaolo Giuliani. Le previsioni di Giuliani si basano sull'analisi di un gas (il Radon) sprigionato dalla crosta terrestre. Lo studioso era stato denunciato per procurato allarme.
La "profezia" del ricercatore, che ha suscitato il panico tra i cittadini dell'Aquila e di Sulmona sull'orlo di una crisi di nervi a causa dallo sciame sismico che da metà febbraio fa tremare la terra in queste zone, gli è costata una denuncia per procurato allarme dopo una riunione d'urgenza della Commissione grandi rischi della protezione civile. Le previsioni di Giuliani si basano sull'analisi di un gas (il Radon) sprigionato dalla crosta terrestre; il tecnico ha impiegato due anni per costruire uno strumento in grado di rilevare, osservare e studiare il Radon con l'aiuto di un sismografo che, a causa dell'intenso sciame sismico che ha interessato la zona negli ultimi mesi, ha insospettito lo studioso.E ora è polemica, dopo che una settimana fa il sindaco di Sulmona, Fabio Federico, si era scagliato contro le previsioni dell'esperto che si era "prodigato" a impaurire i sulmonesi e che invece, come i fatti hanno purtroppo dimostrato, avrebbe forse meritato maggiore attenzione.Il direttore dei Laboratori: "Giuliani esperto? E' un perito elettronico...""Giuliani - spiega al sussidiario.net Eugenio Coccia, direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN - è un perito elettronico, che non lavora nemmeno per l’Istituto che io dirigo. Non è un mio dipendente. Non nego che le più importanti scoperte possano arrivare anche da persone non titolate a livello accademico. Ma quello di cui parla Giuliani è la capacità di controllare l’attività sismica attraverso la misurazione del gas radioattivo: una cosa che è nota ai sismologi da almeno 50 anni, e che è studiata ovunque. Nessun esperto avrebbe trattato con tanta ingenuità un argomento del genere". Inoltre, denuncia Coccia, in base alle previsioni di Giuliani "bisognava evacuare Sulmona otto giorni fa. Se lo si fosse fatto, molto probabilmente gli sfollati sarebbero stati portati all’Aquila, e oggi sarebbero sotto le macerie".

AIUTIAMOLI

Epicentro a L'Aquila: decine i dispersi
Un violento terremoto di magnitudo 5,8 della scala Richter ha colpito l'Abruzzo e il centro Italia. L'epicentro del sisma è stato registrato a L'Aquila, dove sono crollati diversi edifici e molte persone sono rimaste intrappolate tra le macerie. I morti accertati sono oltre 100, tra cui 5 bambini. Al momento il bilancio delle vittime è provvisorio, ma è destinato a crescere ancora. I dispersi sono decine. La Protezione civile: "50mila sfollati".
01.31 - Nuova forte scossa a L'AquilaAncora una forte scossa sismica di una certa rilevanza nella zona de L'Aquila. La nuova scossa è stata registrata alle 01,15 dalla strumentazione dell'Ingv e della Sala Situazione Italia della Protezione Civile ed aveva magnitudo 4.5. In precedenza, alle 00,47, ce n'era stata una dimagnitudo 3.6 con epicentro L'Aquila, Villagrande, Collimento e Scoppitto. E un'ora prima ne era stata registrata una di magnitudo 3.9, piu' o meno nella stessa area.00.45 - La Russa: "Mille militari operativi"Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, accogliendo l'appello del premier Silvio Berlusconi, ha assicurato "la disponibilità assoluta delle forze armate. Arriveremo ad esaudire la richiesta di avere mille militari operativi che, con i necessari ricambi, vuol dire lo sforzo grande di tremila militari. Ma - ha proseguito La Russa - in casi come questi non ci si tira indietro''.00.10 - Ennesima scossa di terremoto all'AquilaScossa di terremoto intorno a mezzanotte all'Aquila. Non si conosce ancora l'entità ma è stata avvertita persino dagli stessi soccorritori che stanno lavorando con ruspe e mezzi pesanti. Si sono rotti alcuni vetri delle palazzine della zona del centro storico. La scossa ha creato anche tensioni nelle tendopoli. Comunque, data anche l'intensità approssimativa, dovrebbe far parte del cosiddetto sciame sismico.23.54 - Oltre 100 persone estratte vive dalle macerieVenti ore dopo il terremoto che ha colpito l'Abruzzo, sono oltre 100 le persone estratte vive dalle macerie degli edifici crollati all'Aquila e provincia. Il dato è stato aggiornato dai vigili del fuoco al momento del cambio del turno a tarda serata, e comunicato al centro di coodinamento dei soccorsi.23.32 - Ragazzo estratto vivo da macerieUn ragazzo di 22 anni, Matteo, è stato estratto vivo stasera da sotto le macerie, in via Sant'Andrea, a L'Aquila. I soccorritori stanno lavorando per liberare anche un'altra giovane, già individuata. E' stato il 22enne a informare che vicino a lui si sentivano i lamenti di un'altra persona.23.22 - Identificati 98 cadaveriSono fino ad ora 98 i morti identificati, secondo fonti dei soccorritori. Altri 20 corpi estratti dalle macerie sono invece per ora senza identita'.Nel tardo pomeriggio fonti ospedaliere avevano parlato di 150 morti accertati e 1.500 feriti.22.55 - Matteoli: "Stanziare un miliardo e 300 milioni"Per il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, "ad una prima stima soltanto per l'edilizia e per le abitazioni private i soldi da stanziare si aggirano intorno a un miliardo e 300 milioni di euro, escludendo quello che servirà all'industria".22.36 - Individuata ragazza viva sotto le macerieUna giovane donna ancora in vita, forse una studentessa, è stata individuata poco fa dai soccorritori sotto le macerie di una casa crollata nel centro dell'Aquila, in via Sant'Andrea. I vigili del fuoco e gli uomini della protezione civile stanno scavando per raggiungerla. L'abitazione è ad un centinaio di metri di distanza dalla Casa dello studente, crollata interamente, in una zona dove molti appartamenti sono affittati a studenti.22.21 - Oltre 40 morti a OnnaSarebbero oltre 40 i morti a Onna, la cittadina abruzzese in cui si è registrato l'epicentro delsisma che ha colpito la regione. A renderlo noto sono fonti dei vigili del fuoco che operano sul posto e che, già stamane, avevano quantificato in oltre 20 i dispersi nel piccolo comune ridotto a un cumulo di macerie e che si sommerebbero ai 20 abitanti morti recuperati nel corso della giornata.22.15 - Nominato nuovo prefetto de L'AquilaIl Consiglio dei ministri ha nominato il dottor Franco Gabrielli prefetto dell'Aquila. Lo si legge nel comunicato finale del Consiglio dei ministri.
22.02 - ESTRATTE VIVE 60 PERSONE Sono 60 le persone che sono state estratte vive dalle macerie degli edifici crollati a l'Aquila e in provincia a causa del terremoto della scorsa notte. I dati, dei vigili del fuoco, sono stati resi noti al centro di coordinamento dei soccorsi allestito nella scuola della guardia di finanza.
21.48 - Berlusconi: "Servono più uomini"Silvio Berlusconi usa la diretta tv di 'Porta a Porta' per una comunicazione di servizio urgente a due dei suoi ministri impegnati nel lavoro per fronteggiare l'emergenza terremoto in Abruzzo. "Entro domani - dice rivolto a Roberto Maroni e Altero Matteoli, anche loro ospiti del programma di Bruno Vespa - servono almeno altri 1.200 Vigili del Fuoco e mille soldati disposti a dare il cambio a quelli che lavoreranno stanotte e domani saranno stanchi morti''. Sempre in diretta tv arriva la risposta di Maroni: ''Lo faremo certamente".21.39 - "Prima new town vicina a L'Aquila"La prima new town, prevista dal piano casa, potrebbe essere realizzata vicino L' Aquila. Lo ha annunciato il premier Silvio Berlusconi parlandodel terremoto in Abruzzo.
21.35 - Berlusconi: "No ad aiuti esteri""Molti Paesi ci hanno offerto la loro solidarietà, sono in tutto 35 le nazioni che ci hanno offerto sostegno; ma nell'immediato non ce n'é bisogno. Per ora bastano le nostre forze". Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.21.23 - "Subito 30 milioni di euro""Per i primi giorni sono stati stanziati 30 milioni di euro di fondi immediati, in attesa di quantificare giovedì le risorse strutturali". Silvio Berlusconi quantifica così le prime somme messe a disposizione dal governo per fronteggiare l'emergenza del terremoto in Abruzzo.21.15 - Proclamato giorno di lutto nazionaleIl Consiglio dei ministri ha decisodi proclamare, con modalità che verranno definite, il lutto nazionale nel giorno in cui avranno luogo le esequie delle vittime del terremoto. Lo rende noto palazzo Chigi in un comunicato.21.11 - Notte da sfollati a L'AquilaIl popolo degli sfollati di L'Aquila, cui la paura ha tolto tutto, hao preso d'assalto gli spazi verdi all'aperto disponibili e che ritengono piu' sicuri per trascorrere la notte. A cominciare dal prato di Collemaggio. Giovani, anziani, intere famiglie e anche un gruppo di suore: hanno le auto come rifugio e, a fianco, una coperta stesa per trovare riposo o addirittura apparecchiare un tavolo di fortuna.21.02 - Berlusconi: "Fatto il possibile. I soldi ci sono"I soldi ci sono, resta da definire l'entità esatta della cifra. Operazione che sarà eseguita nelle prossime ore. Quindi si procederà con un provvedimento ad hoc che andrà all'ordine del giorno del prossimo Cdm. E' quanto avrebbe detto il premier nella riunione straordinaria del Consiglio che si è aperto con un minuto di silenzio per il terremoto in Abruzzo.20.35 - Varato lo stato d'emergenzaIl Consiglio dei ministri ha dato il via libera alle misure per lo stato di emergenza in Abruzzo.
19.18 - OLTRE 150 MORTISecondo fonti ospedaliere dell'Aquila, i morti accertati sarebbero oltre 150 e 1500 i feriti.19.10 - Problema qualità costruzioniSe a cadere sono stati anche edifici moderni, allora vuol dire che c'è un problema sul controllo della qualità delle costruzioni. E' l'accusa del presidente della commissione Grandi Rischi, Franco Barberi.
19.07 - Usare telefoni cellulari solo per necessitàAppello del presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, a tutti i cittadini dell'Aquila di servirsi di telefoni cellulari solo in caso di estrema necessità per evitare di sovraccaricare le linee telefoniche. 19.01 - Da stanotte 200 scosseDalla scossa di terremoto delle 3,32 di magnitudo 5.8 si sono "registrate finora circa 200 repliche, molto delle quali di piccola energia". Lo ha detto il presidente onorario della commissione Grandi Rischi, Franco Barberi.19.00 - I morti accertati sono 108 E' di 108 morti accertati il nuovo bilancio del terremoto in Abruzzo, secondo fonti dei soccorritori. Mentre sono 1.500 i feriti documentati, secondo quanto riferito dal vice capo dipartimento della Protezione civile, Marta Di Gennaro. Alcuni sono in via di trasferimento a Roma, altri a Teramo.
18.59 - In arrivo specialisti ricerca superstitiSono in arrivo in Abruzzo gli specialisti ed i nuclei cinofili del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Cai. Il loro compito, grazie all'impiego di tecniche speciali e l'uso di cuscini ad aria, è di coadiuvare le forze sul posto nell'opera di estrazione dalle macerie dei superstiti.18.45 - Salvi sei studenti Sei ragazzi sono stati estratti vivi dalle macerie della Casa dello studente collassata all'Aquila. 18.41 - Nuova forte scossa all'AquilaUna nuova, forte scossa di terremoto, di magnitudo 4.1, è stata avvertita pochi minuti fa all'Aquila: la terra ha tremato per circa tre secondi. 18.26 - Da Sacconi appello a igiene"E' necessario in queste ore alzare significativamente la soglia dell'attenzione per il rispetto delle misure igieniche e di profilassi". E' l'appello del ministro del Welfare Maurizio Sacconi.18.25 - Fs manda vagoni con 800 cuccetteLe Ferrovie dello Stato hanno messo a disposizione della Protezione civile 16 vagoni cuccette per oltre 800 posti letto. Le carrozze, in viaggio da Venezia, Bologna, Roma e Lecce giungeranno all'Aquila via Terni. Per riscaldare e illuminare le vetture, sono stati inviati all'Aquila 2 locomotori diesel.18.19 - Napolitano: "Solidarietà mondiale ci conforta"Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ringrazia i leader di vari Paesi che hanno espresso solidarietà e offerto aiuto all'Italia colpita dal terremoto. E' una solidarietà confortante, afferma Napolitano.18.16 - Violenta grandinata su L'AquilaUna violenta grandinata si è abbattuta sull'Aquila e sulla zona del terremoto, aggiungendo difficoltà alle difficoltà. Nonostante il maltempo, comunque, le operazioni di salvataggio andranno avanti anche nel corso della notte con l'aiuto di fotoelettriche.18.09 - Si mobilita anche la ChiesaIn una nota i vescovi riuniti nella Cei esprimono "vicinanza alle popolazioni coinvolte", e raccomandano a parrocchie, istituti religiosi e movimenti della Chiesa italiana di mobilitarsi per "alleviare le difficili condizioni in cui si trovano migliaia di persone". Invitano tutti alla "generosità" per lenire "dolore fisico e sofferenza morale di chi ha visto in un attimo distruggere sacrifici di una vita".17.22 - Nuovo bilancio: oltre 100 morti. E' salito a oltre 100 morti il bilancio delle vittime. "Posso confermare che i morti sono oltre 100 mentre non abbiamo cifre sui dispersi", ha detto Duilio Rabottini dell'ufficio stampa della Regione Abruzzo.17.15 - Fermati i primi presunti sciacalli. Alcune persone sono state fermate e condotte in questura perché ritenute responsabili di episodi di sciacallaggio.

giovedì 5 marzo 2009

BELEN











SALVATORE SAMPIERI

E' morto Salvatore Samperi regista e sceneggiatore cinematografico e televisivo. Era nato a Padova il 26 luglio del 1944. Divenne famoso per le pellicole "Grazie zia" e "Malizia- DA parte mia va un commosso saluto ad un grandissimo regista della commedia erotica italiana

AIDA ...COME SEI BELLA







domenica 1 marzo 2009

SEMPRE LE SOLITE ZECCHE

Una quarantina di giovani sono stati fermati a Bergamo al termine degli incidenti che si sono vericati in serata in città dove, per circa mezz'ora, le vie centrali sono state teatro di scontri tra i manifestanti e le forze dell'ordine. Polizia e carabinieri hanno anche sequestrato mazze di ferro, bastoni, bandiere, mazze da baseball e un martello. Lanciati oggetti e bottiglie contro le forze dell'ordine: diversi contusi tra gli agenti.
Alla fine, circa cinquanta persone sono state portate in Questura e una decina di uomini delle forze dell'ordine sono rimasti contusi e sono stati medicati al Pronto Soccorso. Il caos è scoppiato poco dopo le 18 in mezzo al traffico di via Paleocapa, quando ormai la manifestazione era terminata. Per tutto il pomeriggio cinquecento esponenti di estrema sinistra avevano manifestato con un presidio in via Quarenghi, mentre nella vicina via Bonomelli si inaugurava la sede locale di Forza Nuova, alla presenza del segretario nazionale Roberto Fiore. Non ci sono stati scontri neppure durante il corteo dei circa trecento sostenitori di estrema destra, che hanno sfilato dal piazzale della Malpensata fino a via Bonomelli, arrivando fino a un centinaio di metri di distanza dalla contestazione di sinistra. Le schermaglie si sono limitate a slogan, lanci di alcuni fumogeni ed esposizione di striscioni. I sostenitori di Forza Nuova hanno lasciato la città intorno alle 17.30 a bordo di autobus e automobili. Mezz'ora dopo gli 'autonomi' hanno chiesto di poter sfilare in corteo da via Quarenghi al piazzale della Malpensata. Al rifiuto delle forze dell'ordine - e dopo alcuni attimi di tensione nei pressi dell'incrocio con via Paleocapa - il corteo si è sciolto verso via Spaventa e largo Medaglie d'Oro. Circa sessanta manifestanti appartenenti alla frangia più estrema, invece di recarsi in stazione, hanno cercato di tornare nelle vicinanze di via Bonomelli. A quel punto è partita la carica di polizia e carabinieri che, in mezzo al traffico, hanno bloccato una cinquantina di persone. Sono volati oggetti e bottiglie all'indirizzo delle forze dell'ordine e delle vetrine di alcuni negozi tra viale Papa Giovanni XXIII e Porta Nuova. La tensione è calata solo dopo una mezz'ora, in cui i manifestanti si erano sparpagliati in tutte le vie del centro di Bergamo. Per tutto il pomeriggio la circolazione in città è rimasta pressoché paralizzata, a causa delle tante strade chiuse al traffico. Al termine della giornata, la polizia ha sequestrato mazze di ferro, bastoni di legno, bandiere, un martello e alcuni caschi da motociclista. L'identificazione e gli interrogatori delle persone portate in Questura proseguira' fino a sera inoltrata. Le persone arrestate sarebbero almeno tre, ma il numero esatto si sapra' probabilmente soltanto domenica. Nel frattempo, la sede di Forza Nuova resta presidiata da polizia e carabinieri.

mattia al veglione


lunedì 12 gennaio 2009

Medio Oriente - Si allarga il conflitto al Libano: la UE intervenga decisamente

Fonti militari riferiscono che l'esercito israeliano ha sparato in direzione del Libano in risposta al lancio di razzi nella mattina dell’8 gennaio nel Nord d'Israele. A colpire il Paese ebraico sono stati cinque razzi da 120 millimetri, lanciati dalla città di Dhayra sull'alta Galilea occidentale, per i quali Israele accusa, anche se indirettamente, gli Hezbollah, le cui milizie furono protagoniste della guerra di 34 giorni nell’estate 2006. Peraltro, il movimento sciita libanese Hezbollah ha comunicato al governo presieduto da Fuad Siniora di non essere responsabile del lancio di razzi. Israele mette così in atto quanto minacciato, in caso fosse stato aperto il fuoco per mostrare solidarietà con i palestinesi nella striscia di Gaza, sottoposti a una dura offensiva israeliana giunta al tredicesimo giorno consecutivo e che ha già provocato centinaia di morti fra i civili, in risposta ai lanci di razzi sparati da Hamas, soprattutto sulle città di Ashqelon, Ashdod e nelle aree limitrofe, conseguenza, a loro volta, dell’embargo di acqua, elettricità, medicinali, generi alimentari e altri di primaria necessità, applicato sistematicamente dallo Stato ebraico nei confronti della popolazione di Gaza. Nonostante la tregua giornaliera concordata di tre ore, al fine di permettere l'afflusso di aiuti umanitari alla popolazione palestinese, non si intravedono soluzioni su di un effettivo “cessate il fuoco” ma, al contrario, sembrerebbe aprirsi un fronte settentrionale, suscettibile di coinvolgere altri Stati della regione, prima fra tutti la Siria, nelle ostilità in atto. Prima che sia troppo tardi, l’Unione Europea si affranchi dal suo ruolo di "nano politico", non guardi agli interessi dei signori della guerra, degli armamenti e delle ricostruzioni, ma intervenga con l’autorità internazionale che gli spetta e compete per fermare il massacro in atto e pretendere l’applicazione delle risoluzioni ONU già esistenti da tempo ma disattese. E’ una partita che la UE non può permettersi di perdere, specialmente ora che, guarda caso nella stagione più fredda, i russi di Gazprom chiudono (non con tutti i torti…) i rubinetti dei metanodotti verso l’Ucraina, costringendo pertanto i paesi dell’Europa meridionale, Italia in testa, ad aumentare gli approvvigionamenti di gas dalla Libia e dall’Algeria, membri della Lega Araba, che certamente non resterà a guardare. La posizione e la situazione geo-politica del Bel Paese non è certo delle migliori, anche in funzione dei potenziali profughi, se si considerano, inoltre, gli attuali ingenti sbarchi di immigrati su Lampedusa e le coste meridionali. Gli assenteisti e denigratori italiani di Roma, Bruxelles e Strasburgo (certo non il rappresentante del MS-Fiamma Tricolore…) si mettano una mano sulla coscienza. Oltre sessant’anni di miopia politica e clientelismo in vari settori, come quello del'energia, hanno ridotto l’Italia a vassalla delle grandi potenze e ricattabile da chicchessia abbia qualche metro cubo di metano o barile di petrolio in più da vendergli e a caro prezzo, cosa che non succede a chi ha proprie fonti energetiche (carbone, nucleare e rinnovabili), come Francia, Germania e Regno Unito, e soprattutto non è dirimpettaio delle coste africane. Per questo quella palestinese non è solo una questione umanitaria, anche se prioritariamente nel contingente, limitata alla striscia di Gaza, ma una crisi con radici e ramificazioni molto estese.

PRODOTTI SCADUTI

Erano pronti per essere venduti a ristoranti e supermarket ma erano prodotti scaduti da tempo. Trenta quintali di alimentari tenuti in cattivo stato di conservazione sono stati sequestrati dai carabinieri della compagnia di Ariano Irpino (Avellino) in un magazzino. Sconvolgente la scoperta dei militari: almeno 50 chilogrammi di passata di pomodorino in scatola erano scaduti da dieci anni. Ritrovati anche wurstel e salumi scaduti.
Pomodori scaduti, wurstel e salumi ammuffiti: il tutto su pizze che poi venivano regolarmente consumate da ignari clienti in ristoranti soprattutto dell'Avellinese. Risultati "allarmanti", dicono i carabinieri, per chi degustava prodotti che, visto il pessimo stato di conservazione, potevano anche rischiare di far male alla salute. C'è tutto questo dietro al blitz effettuato dai carabinieri della compagnia di Ariano Irpino: ci sono casi ritenuti "gravi" dalle forze dell'ordine. Cinquantamila euro il valore della merce sequestrata; merce che era conservata in scantinati senza protezione, senza il rispetto delle condizioni igieniche. E cosi' prodotti sott'olio erano contenuti in recipienti aperti, senza copertura, dove ci poteva entrare tutto. Merce, nella maggior parte dei casi, completamente coperta dalla muffa, decine di chilogrammi privi di etichettatura e pertanto di impossibile tracciabilità. Prodotti che, poi, finivano dritti sulle tavole dei ristoranti.