venerdì 4 luglio 2008

FORMAGGI AVARIATI


Formaggio avariato rivenduto
Cremona, coinvolte anche multinazionali
Nessuno scrupolo. Così agiva un imprenditore siciliano, che operava a Cremona nel settore lattiero caseario. L'uomo, a capo di un'azienda (la Tradel), riciclava formaggio scaduto assieme a scarti di lavorazione e anche escrementi di topo, per ricomporre il prodotto e rimetterlo sul mercato. Lo hanno scoperto le Fiamme Gialle in una raccapricciante perquisizione. Il materiale scaduto veniva venduto anche a multinazionali del settore.
Come scrive il quotidiano La Repubblica nell'inchiesta figurano aziende eccellenti italiane ed altre multinazionali europee. Avrebbero acquistato a prezzi stracciati dall'imprenditore siciliano i formaggi scaduti e avariati, pieni di vermi e di escrementi di topo.
Nella perquisizione scattata ad opera della Guardia di Finanza, gli stessi militari non hanno creduto ai propri occhi. Erano stoccati formaggi ormai decomposti, mischiati ad escrementi di topo e materiali ferrosi. Nel magazzino di Casalbuttano c'erano pezzi scaduti nel 1980, formaggi avariati, interi stock di prodotti caseari comprati a basso costo dopo black out in altre aziende.
L'imprenditore, complici i mancati controlli della Asl di Cremona (sospesi il direttore e due tecnici del servizio di prevenzione veterinaria), riassemblava i prodotti e senza il minimo scrupolo li rivendeva al dettaglio in molti discount alimentari. Ma l'affare non finiva lì. I prodotti raccolti dall'indagato erano anche venduti a insospettabili marchi di grande distribuzione che li avrebbero lavorati per rimetterli sul mercato come formaggi di "prima qualità".

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