domenica 18 gennaio 2009
lunedì 12 gennaio 2009
Medio Oriente - Si allarga il conflitto al Libano: la UE intervenga decisamente
Fonti militari riferiscono che l'esercito israeliano ha sparato in direzione del Libano in risposta al lancio di razzi nella mattina dell’8 gennaio nel Nord d'Israele. A colpire il Paese ebraico sono stati cinque razzi da 120 millimetri, lanciati dalla città di Dhayra sull'alta Galilea occidentale, per i quali Israele accusa, anche se indirettamente, gli Hezbollah, le cui milizie furono protagoniste della guerra di 34 giorni nell’estate 2006. Peraltro, il movimento sciita libanese Hezbollah ha comunicato al governo presieduto da Fuad Siniora di non essere responsabile del lancio di razzi. Israele mette così in atto quanto minacciato, in caso fosse stato aperto il fuoco per mostrare solidarietà con i palestinesi nella striscia di Gaza, sottoposti a una dura offensiva israeliana giunta al tredicesimo giorno consecutivo e che ha già provocato centinaia di morti fra i civili, in risposta ai lanci di razzi sparati da Hamas, soprattutto sulle città di Ashqelon, Ashdod e nelle aree limitrofe, conseguenza, a loro volta, dell’embargo di acqua, elettricità, medicinali, generi alimentari e altri di primaria necessità, applicato sistematicamente dallo Stato ebraico nei confronti della popolazione di Gaza. Nonostante la tregua giornaliera concordata di tre ore, al fine di permettere l'afflusso di aiuti umanitari alla popolazione palestinese, non si intravedono soluzioni su di un effettivo “cessate il fuoco” ma, al contrario, sembrerebbe aprirsi un fronte settentrionale, suscettibile di coinvolgere altri Stati della regione, prima fra tutti la Siria, nelle ostilità in atto. Prima che sia troppo tardi, l’Unione Europea si affranchi dal suo ruolo di "nano politico", non guardi agli interessi dei signori della guerra, degli armamenti e delle ricostruzioni, ma intervenga con l’autorità internazionale che gli spetta e compete per fermare il massacro in atto e pretendere l’applicazione delle risoluzioni ONU già esistenti da tempo ma disattese. E’ una partita che la UE non può permettersi di perdere, specialmente ora che, guarda caso nella stagione più fredda, i russi di Gazprom chiudono (non con tutti i torti…) i rubinetti dei metanodotti verso l’Ucraina, costringendo pertanto i paesi dell’Europa meridionale, Italia in testa, ad aumentare gli approvvigionamenti di gas dalla Libia e dall’Algeria, membri della Lega Araba, che certamente non resterà a guardare. La posizione e la situazione geo-politica del Bel Paese non è certo delle migliori, anche in funzione dei potenziali profughi, se si considerano, inoltre, gli attuali ingenti sbarchi di immigrati su Lampedusa e le coste meridionali. Gli assenteisti e denigratori italiani di Roma, Bruxelles e Strasburgo (certo non il rappresentante del MS-Fiamma Tricolore…) si mettano una mano sulla coscienza. Oltre sessant’anni di miopia politica e clientelismo in vari settori, come quello del'energia, hanno ridotto l’Italia a vassalla delle grandi potenze e ricattabile da chicchessia abbia qualche metro cubo di metano o barile di petrolio in più da vendergli e a caro prezzo, cosa che non succede a chi ha proprie fonti energetiche (carbone, nucleare e rinnovabili), come Francia, Germania e Regno Unito, e soprattutto non è dirimpettaio delle coste africane. Per questo quella palestinese non è solo una questione umanitaria, anche se prioritariamente nel contingente, limitata alla striscia di Gaza, ma una crisi con radici e ramificazioni molto estese.
PRODOTTI SCADUTI
Erano pronti per essere venduti a ristoranti e supermarket ma erano prodotti scaduti da tempo. Trenta quintali di alimentari tenuti in cattivo stato di conservazione sono stati sequestrati dai carabinieri della compagnia di Ariano Irpino (Avellino) in un magazzino. Sconvolgente la scoperta dei militari: almeno 50 chilogrammi di passata di pomodorino in scatola erano scaduti da dieci anni. Ritrovati anche wurstel e salumi scaduti.
Pomodori scaduti, wurstel e salumi ammuffiti: il tutto su pizze che poi venivano regolarmente consumate da ignari clienti in ristoranti soprattutto dell'Avellinese. Risultati "allarmanti", dicono i carabinieri, per chi degustava prodotti che, visto il pessimo stato di conservazione, potevano anche rischiare di far male alla salute. C'è tutto questo dietro al blitz effettuato dai carabinieri della compagnia di Ariano Irpino: ci sono casi ritenuti "gravi" dalle forze dell'ordine. Cinquantamila euro il valore della merce sequestrata; merce che era conservata in scantinati senza protezione, senza il rispetto delle condizioni igieniche. E cosi' prodotti sott'olio erano contenuti in recipienti aperti, senza copertura, dove ci poteva entrare tutto. Merce, nella maggior parte dei casi, completamente coperta dalla muffa, decine di chilogrammi privi di etichettatura e pertanto di impossibile tracciabilità. Prodotti che, poi, finivano dritti sulle tavole dei ristoranti.
Pomodori scaduti, wurstel e salumi ammuffiti: il tutto su pizze che poi venivano regolarmente consumate da ignari clienti in ristoranti soprattutto dell'Avellinese. Risultati "allarmanti", dicono i carabinieri, per chi degustava prodotti che, visto il pessimo stato di conservazione, potevano anche rischiare di far male alla salute. C'è tutto questo dietro al blitz effettuato dai carabinieri della compagnia di Ariano Irpino: ci sono casi ritenuti "gravi" dalle forze dell'ordine. Cinquantamila euro il valore della merce sequestrata; merce che era conservata in scantinati senza protezione, senza il rispetto delle condizioni igieniche. E cosi' prodotti sott'olio erano contenuti in recipienti aperti, senza copertura, dove ci poteva entrare tutto. Merce, nella maggior parte dei casi, completamente coperta dalla muffa, decine di chilogrammi privi di etichettatura e pertanto di impossibile tracciabilità. Prodotti che, poi, finivano dritti sulle tavole dei ristoranti.
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